Secondo i giudici amministrativi, l’intervento dell’autorità in materia di apertura delle sale giochi, deve contemplare un accurato bilanciamento tra valori ugualmente sensibili (il diritto alla salute e l’iniziativa economica privata), sulla scorta di approfondite indagini sulla realtà sociale della zona e sui quartieri limitrofi, con l’acquisizione di dati ed informazioni – il più possibile dettagliati ed aggiornati – su tendenze ed abitudini dei soggetti coinvolti.
I motivi di interesse generale che consentono le limitazioni di orario in discorso non possono consistere in un’apodittica e indimostrata enunciazione, ma debbono concretarsi in ragioni specifiche, da esplicitare e documentare in modo puntuale.
Nella fattispecie, l’ordinanza risulta essere irrazionale e illogica per non aver esteso la sospensione dell’esercizio anche alle slot machine, caratterizzate, parimenti alle VTL, dalla mancanza del rapporto con un soggetto terzo e quindi ingeneranti lo stesso meccanismo di dipendenza e incapacità di interrompere il gioco. Il provvedimento impugnato risulta, dunque, essere privo della motivazione adeguata, richiesta per legittimare un intervento fortemente incidente su di un’attività economica.
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