di MARCO MOBILI e GIOVANNI PARENTE (dal Sole 24 Ore) La piena operatività della maxideduzione fino al 130% per i neoassunti. I regimi semplificati per la global minimum tax. E per far decollare la cooperative compliance mancano ancora all’appello il regolamento sui requisiti dei professionisti abilitati alla certificazione del rischio fiscale, il codice di condotta per chi aderisce così come le procedure per la regolarizzazione del contribuente. Sono solo alcuni dei 55 tra provvedimenti, decreti e regolamenti necessari per trasferire i principi giuridici fissati dagli otto decreti delegati pubblicati finora in «Gazzetta Ufficiale» alla vita reale dei comportamenti fiscali di cittadini, imprese e professionisti come delineata dalla riforma del fisco. Si tratta di quella che i tecnici chiamano attuazione di secondo livello: sono in pratica le chiavi d’accesso alle semplificazioni dei nuovi adempimenti, ai nuovi strumenti di controllo o ancora alla piena digitalizzazione del contenzioso tributario. Per cercare di accelerare sui tempi il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha imposto un vero e proprio tour de force agli uffici dell’amministrazione finanziaria. Con un cronoprogramma ben definito con tanto di scadenze realistiche fissate anche laddove non erano stabilite nei commi dei decreti delegati. L’obiettivo di Leo è recuperare il più possibile il tempo perduto nei casi in cui si sono accumulati dei ritardi. L’esempio più lampante è il decreto firmato mercoledì dal viceministro per definire le quattordici tipologie degli atti esclusi dal nuovo contraddittorio preventivo che potrà così debuttare dagli atti emessi a partire da martedì 30 così come previsto dal decreto delegato sull’accertamento (Dlgs 13/2024). E proprio martedì 30 è un crocevia importante secondo i tempi di marcia scanditi dal cronoprogramma. Ad esempio, sono attesi al traguardo i provvedimenti attuativi per il concordato preventivo biennale per le partite Iva, a cui il viceministro Leo tiene molto in chiave di strategia della compliance contro l’evasione e da cui spera di recuperare risorse per finanziarie altri interventi di sostegno alle famiglie meno abbienti. La metodologia di elaborazione del risultato che verrà proposto dal Fisco e le cause straordinarie che potranno giustificarne la fuoriuscita da definire con i decreti in arrivo sono fondamentali per riuscire a centrare l’obiettivo di mettere a disposizione dei contribuenti interessati e dei professionisti che li assistono il software per la compilazione atteso poi entro il 15 giugno. Dopo aver “svelato” i contenuti della dichiarazione dei redditi semplificata, le Entrate saranno chiamate ad attuare gli snellimenti di oneri amministrativi e gli alleggerimenti di procedure previsti dal Decreto Adempimenti (Dlgs 1/2024). Molti interventi stanno richiedendo o richiederanno più tempo anche perché sono frutto di concerto con altre amministrazioni o perché è prevista un’interlocuzione necessaria per le tutele in campo, come nei casi, ad esempio, in cui è coinvolta la Privacy per garantire le informazioni sensibili coinvolte. Il coinvolgimento di più soggetti “attuatori” ha, comunque, portato ritardi in provvedimenti che comunque sono ritenuti strategici. È il caso del Dm in cui sono coinvolti i ministeri dell’Economia e del Lavoro chiamato a fissare come si applichi il 10% aggiuntivo di deduzione per l’assunzione di personale appartenente a categorie svantaggiate. Il provvedimento doveva essere emanato entro fine gennaio, anche per consentire alle imprese di pianificare le attività necessarie. Ora il traguardo, però, dovrebbe davvero essere vicino, ministero del Lavoro permettendo. * Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 29 aprile 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)
Tappe forzate per far correre la riforma del Fisco: 55 atti tra decreti e regolamenti
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