Il decreto, che aggiorna la normativa risalente al 1958 e prevede anche disposizioni relative all’etichettatura del riso, nel rispetto del regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, disciplina tra l’altro:
- i criteri di classificazione del riso, con l’individuazione di quattro grandi gruppi e l’indicazione delle specifiche caratteristiche qualitative;
- le denominazioni del riso;
- la salvaguardia delle varietà di riso tipiche italiane e l’indirizzo del miglioramento genetico delle nuove varietà in costituzione;
- la valorizzazione della produzione risicola, quale espressione culturale, paesaggistica, ambientale e socioeconomica del territorio in cui è praticata;
- la tutela del consumatore, con particolare attenzione alla trasparenza delle informazioni e alle denominazioni di vendita del riso;
- l’istituzione di un registro per la classificazione delle nuove varietà, gestito dall’Ente nazionale risi;
- la disciplina dell’apparato sanzionatorio per le violazioni;
- l’esclusione dal campo di applicazione dei decreti legislativi del prodotto tutelato da un sistema di qualità riconosciuto in ambito europeo e del prodotto destinato all’estero.
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