di IVAN CIMMARUSTI (dal Sole 24 Ore) A gennaio era un allarme lanciato dalla Cassazione e dalle Corti di giustizia tributaria. A febbraio la faccenda s’è fatta seria quando i dati sul primo grado hanno mostrato la concreta tendenza a un aumento vertiginoso delle nuove liti contro il Fisco. A marzo è arrivata la conferma con il bilancio trimestrale 2024 che il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso innesca un alert che non può più essere ignorato: fra il 1° gennaio e il 31 marzo le nuove liti in prima istanza sono aumentate del 38 per cento. Cioè si è passati da 41.928 ricorsi del primo trimestre 2023 a 57.858 di quest’anno. Ci sono Cgt che hanno registrato un’impennata del 165 per cento, come le Marche. E tutte le corti italiane attestano aumenti non inferiori al 25%, con l’unica eccezione della Sicilia che evidenzia solo un +6 per cento (si veda il grafico). Ma cosa c’è dietro questo aumento di liti? Gli osservatori sono concordi nel ribadire che le misure deflattive varate a partire dalla legge 130 del Governo Draghi, fino a quella prevista dalla legge di Bilancio 2023 del Governo Meloni, non solo non hanno prodotto risultati, ma, anzi, sono riuscite ad aggravare la situazione. Il problema, più volte sollevato, è che le definizioni agevolate delle liti non hanno riscosso successo tra i contribuenti per scarsa convenienza. E così, trascorsi gli 11 mesi di sospensione dei termini di impugnazione previsti per le liti «definibili», sono partiti in massa i ricorsi. In molti sono convinti che la questione sia soprattutto legata all’impostazione della prima riforma della giustizia tributaria. Probabilmente ne è consapevole lo stesso viceministro Maurizio Leo, visto che negli ultimi mesi è intervenuto con una serie di modifiche processuali e organizzative, mettendo da parte — almeno per il momento — le rottamazioni delle liti. Adesso bisogna affrontare l’impegno preso con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR): entro il 2022 dovevamo tagliare il contenzioso della Cassazione tributaria, anche se nel documento inviato all’Europa dagli allora ministri Marta Cartabia e Daniele Franco non era specificato di quanto. Ad oggi non solo non c’è stato alcun taglio (salvo il lieve calo fisiologico che si registra da più di un decennio), ma si prevede che l’impennata che si sta registrando nel primo grado finirà, inevitabilmente, per impattare prima sull’appello e poi sulla sezione tributaria di legittimità, già notoriamente intasata da un arretrato di oltre le 40mila unità e con un flusso medio in entrata di 10mila ricorsi su base annua. Sulla necessità di tagliare i ricorsi contro il Fisco è intervenuta Carolina Lussana, presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. «Confido molto nel rinvio pregiudiziale», ha detto riferendosi all’istituto che permette ai giudici di merito di chiedere un intervento chiarificatore della Cassazione sulla causa trattata, così da emettere un principio di diritto che può avere effetto deflattivo nei primi due gradi di merito, con il risultato di ridurre il flusso. Lussana, infatti, ha precisato che «è un istituto che sicuramente contribuirà a deflazionare l’arretrato, ormai endemico, in Cassazione». La posizione della presidente è chiara: sarebbe necessario un filtro a monte del contenzioso per evitare il proliferare di ricorsi e cause, che poi — come si diceva — finiscono davanti ai giudici d legittimità. In questo senso va la proposta del consigliere di Cassazione Enrico Manzon e di Francesco Pistolesi (Università di Pisa), che sulle colonne di questo giornale hanno proposto l’introduzione di una sezione «filtro» di legittimità in parte simile alla vecchia Commissione centrale (si veda il Sole 24 Ore del 9 gennaio). Insomma, come detto in un articolo pubblicato dall’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica, elaborato da Alessio Capacci, Giampaolo Galli, Andrea Loreggia e Ilaria Maroccia, allo stato «gli obiettivi del PNRR» in tema di giustizia tributaria «sono raggiunti, ma solo sulla carta». * Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 15 aprile 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)
Liti fiscali, +38% a marzo: obiettivi PNRR tutti in salita
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