La Sentenza 210/2024: il Cuore della Decisione
Con la sentenza n. 210 del 2024, la Corte Costituzionale ha respinto le censure del Consiglio di Stato su due articoli della legge provinciale n. 12 del 2019 di Bolzano, che definisce il Codice del commercio della Provincia autonoma. Al centro del dibattito si trovavano le competenze normative in materia di commercio, messe in discussione per presunti contrasti con il decreto legislativo n. 114/1998 e con la normativa nazionale sulle concessioni di posteggio.
Articolo 3 e la Definizione di Somministrazione
Il primo nodo riguardava l’articolo 3, che escludeva dal commercio su aree pubbliche la somministrazione assistita di alimenti e bevande. Tale definizione, secondo il Consiglio di Stato, violava l’articolo 27 del d.lgs. n. 114/1998, che non prevede tale esclusione. La Corte ha rigettato questa interpretazione, sostenendo che le regioni speciali, come la Provincia di Bolzano, godono di piena autonomia legislativa in materia di commercio. Questa prerogativa si estende anche a deroghe rispetto al quadro normativo nazionale, acquisito carattere “cedevole” dopo la riforma costituzionale del 2001.
Articolo 65 e il Rinnovo delle Concessioni
Il secondo punto controverso riguardava l’articolo 65, che limitava il rinnovo delle concessioni di posteggio su aree pubbliche alle sole attività senza servizio di somministrazione assistita. Qui, la Corte ha dichiarato le questioni inammissibili per insufficiente ricostruzione del quadro normativo, evidenziando il mancato riferimento alla direttiva europea 2006/123/CE (Bolkestein). La direttiva, ritenuta self-executing dalla Corte di Giustizia UE, stabilisce criteri precisi per la regolamentazione delle concessioni pubbliche. Il giudice avrebbe potuto direttamente disapplicare le norme italiane in conflitto o sollevare la questione di costituzionalità in relazione all’intero impianto normativo.
Autonomia, Europa e Ruolo del Giudice
La sentenza sottolinea un principio chiave: l’autonomia legislativa delle regioni speciali non è un elemento dissonante rispetto al quadro nazionale o europeo, ma rappresenta una componente di integrazione normativa. La Corte ribadisce che il sistema di giustizia costituzionale italiana coopera con il diritto europeo, senza entrare in conflitto con i meccanismi di tutela diffusa.
In quest’ottica, il ruolo del giudice si fa cruciale: spetta a lui individuare, caso per caso, il rimedio più appropriato per garantire il rispetto delle norme europee e tutelare i diritti delle parti. Che si tratti di disapplicare una norma nazionale incompatibile o di rimettere la questione alla Corte Costituzionale, il giudice è chiamato a bilanciare le esigenze normative con le peculiarità della vicenda sottoposta al suo esame.
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