Decreto SCIA 2, ANCI in audizione: le nuove misure aiuteranno i sindaci a salvaguardare i centri storici

12 Ottobre 2016
Modifica zoom
100%
“L’ANCI esprime pieno apprezzamento sullo schema di decreto legislativo che completa l’attuazione della delega di riforma della Segnalazione di inizio attività (SCIA), poiché sia lo spirito che l’impianto normativo del provvedimentoconsentirà ai sindaci di governare meglio il processo di liberalizzazione delle attività, permettendo al contempo di tutelare e salvaguardare i tessuti culturali, sociali ed economici dei nostri centri storici”. Sono queste le parole del sindaco di Siena, Bruno Valentini, al termine dell’audizione dell’ANCI alla Camera sul cosiddetto Decreto SCIA 2 (Schema di decreto legislativo in materia di individuazione di procedimenti oggetto di autorizzazione, segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), silenzio assenso e comunicazione e di definizione dei regimi amministrativi applicabili a determinate attività e procedimenti).

“Ai sindaci – ha spiegato Valentini – servono strumenti per governare i processi, a maggior ragione nell’ambito di un regime di liberalizzazione spinta che se non governato rischia di dissestare le nostre città turistiche. Abbiamo quindi bisogno – ha aggiunto il sindaco di Siena – di strumenti aggiuntivi per governare i processi al fine di evitare il proliferare disordinato di attività commerciali, favorendo prioritariamente iniziative che valorizzano il patrimonio culturale delle città. Per questo ci auguriamo – ha concluso – che il testo venga approvato al più presto”.

Nel documento consegnato ai commissari, l’ANCI evidenzia i punti di maggiore rilievo della norma in esame, primo fra tutti quello riguardante le attività commerciali, su cui è intervenuto l’assessore a Turismo e Sviluppo economico di Firenze Giovanni Bettarini. “Ci sentiamo di caldeggiare – ha spiegato – in particolare il comma 3 dell’articolo 1 del decreto in quanto essenziale per la tutela dei centri storici. Le normali leggi del commercio – ha rimarcato Bettarini – spesso stravolgono le regole che andrebbero applicate in ambiti particolari: bisogna riconsegnare ai Comuni la possibilità di programmare e difendere le vocazioni culturali delle singole città, e il decreto sembra andare in questa direzione”, ha concluso Bettarini.

 

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento