di EUGENIO BRUNO (da Il Sole 24 Ore)
Corsa a 27mila posti da attivare nei nidi: adesioni entro maggio Prima infanzia. Sul piatto i 734,9 milioni reperiti dal Mim: destinatari prioritari le 14 Città metropolitane e 387 Comuni piccoli e medi. La lotta alla denatalità da un lato e alla disoccupazione femminile dall’altro, di cui abbiamo tanto sentito parlare negli ultimi giorni, passa necessariamente da un sistema di Welfare adeguato. Specie a vantaggio della prima infanzia. Ed è a quel target che si rivolge il nuovo bando per attivare ulteriori 27.558 posti in asili nido sul territorio, in particolare in 1.882 Comuni ancora lontani dal target di copertura del 33% (33 posti disponibili ogni 100 bambini 0-2 anni) richiesto a livello europeo e previsto per il 2027 come livello essenziale della prestazione secondo la legge di Bilancio 2022 confezionata dall’allora Governo Draghi.
L’avviso da 734,9 milioni di euro, pubblicato con decreto n. 79 del 30 aprile scorso dal ministero dell’Istruzione e del merito, è l’ultimo step di uno dei capitoli più famosi del PNRR, in particolare della missione M4C1-18 dedicata al potenziamento dei servizi per l’infanzia. La procedura, infatti, si aggiunge a quelle già chiuse e finanziate negli anni scorsi: finora sono stati approvati progetti per un totale di 4,6 miliardi di euro. Di questi 700 milioni sono andati a coprire iniziative già in essere precedenti al PNRR; 900 milioni sono accantonati per garantire le future spese di gestione; la quota più cospicua è stata invece assegnata attraverso un bando da 3 miliardi di euro, di cui 2,4 destinati agli asili nido e i restanti 600 milioni alle scuole dell’infanzia.
Tempi, risorse e destinatari. I termini del nuovo bando sono stretti. Per aderire gli enti locali hanno meno di un mese, considerando che, entro il prossimo 31 maggio, vanno chiusi istruttoria e autorizzazione da parte dell’unità di missione del Mim per il finanziamento. Successivamente, entro il 31 ottobre 2024, i Comuni dovranno aggiudicare i lavori nel rispetto del cronoprogramma e delle procedure contenute nell’accordo di concessione. Rispetto alle puntate precedenti, l’avviso individua già i criteri di riparto delle risorse tra i Comuni con certe caratteristiche, elenca i beneficiari e il relativo importo spettante in base al numero minimo di posti da attivare. Il 10% delle risorse, circa 73 milioni di euro, vengono accantonate per eventuali adesioni da parte di Enti locali privi dei requisiti minimi o che si aggregheranno con altri municipi limitrofi. Dei restanti 661 milioni e passa una quota minore, circa 89,3 milioni di euro, viene destinata alle 14 città metropolitane dove andranno creati 3.720 ulteriori posti, a prescindere dall’attuale copertura del servizio. Tra queste, sono Roma e Milano ad aggiudicarsi la fetta più grande della torta: 8,64 milioni di euro ciascuna per un totale di 360 posti a testa da realizzare. Importi e target uguali, anche se la Capitale già sfiora il 50% di copertura mentre il capoluogo lombardo ancora non arriva al 30% con 8.495 posti autorizzati (tra pubblico e privato) a fronte di una platea di quasi 29mila bambini interessati.
La parte più ampia dei fondi, pari a 572,1 milioni di euro, andrà a Comuni con almeno 60 bambini residenti tra 0 e 2 anni e un indice di copertura del servizio inferiore al 33 per cento. La graduatoria pubblicata negli allegati dell’avviso individua la priorità di assegnazione: le risorse vengono inizialmente spartite tra i primi 387 Comuni in graduatoria, ma ciascuno di loro potrà richiedere una flessibilità pari a una riduzione massima del 20% dei posti attivabili, con una proporzionale riduzione del finanziamento; le risorse residue potranno poi essere assegnate ai restanti 1.481 Comuni in graduatoria e – solo in ultima istanza – ad enti locali non presenti negli elenchi. A spiccare sono i 6,05 milioni di euro circa assegnati a Giugliano di Campania, comune da 123.998 abitanti nella città metropolitana di Napoli con ben 3.525 bambini in fascia di età 0-2 anni, ma solamente 272 posti tra nidi e servizi per l’infanzia: l’amministrazione potrà ottenere il finanziamento – superiore a quello di altre otto città metropolitane – con la promessa di realizzare altri 252 posti, in pratica di raddoppiare l’offerta. Seguono Taranto, Foggia, Latina, Torre del Greco ed Ercolano.
Con la rimodulazione del Piano di ripresa e resilienza approvata a dicembre 2023 parte dei cantieri finanziati con il primo stanziamento da 4,6 miliardi è uscito dall’ombrello del PNRR e ha richiesto nuove risorse. Come si legge nella quarta relazione al Parlamento sul piano nazionale, lo stanziamento per questa missione si è ridotto del 30% e – in virtù dell’aumento dei costi delle materie prime – l’obiettivo a cui è vincolato il finanziamento è sceso da 264.480 a 150.480 nuovi posti attivabili. In teoria senza pregiudicare la realizzazione di interventi già finanziati (i “progetti in essere” conservano la copertura con fonti ordinari) e l’articolo 11 del “decreto Caivano” (Dl 123/2023, convertito con la legge 159/2023) ha reso possibile il nuovo avviso grazie alle economie dei precedenti interventi del Pnrr e al recupero di altre risorse nazionali e comunitarie.
* Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 13 maggio 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)
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