di IVAN CIMMARUSTI (dal Sole 24 Ore) «Dico spesso che la rivoluzione tecnologica ha innescato una vera e propria rivoluzione antropologica. Il digitale, e con l’intelligenza artificiale questo sarà ancora più evidente, ha cambiato profondamente le nostre società e il nostro rapporto con la realtà. E cambiamenti così profondi richiedono un tempo di metabolizzazione e processi culturali lunghi. Uno dei compiti fondamentali dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale sarà proprio quello di diffondere e accelerare questa cultura e consapevolezza ad ogni livello». Così Nunzia Ciardi, vice direttrice dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, prima donna a capo della Polizia postale, nonché autrice del libro ” Con lo smartphone usa la testa “, in cui aiuta i genitori a capire cosa si può fare per difendere i più giovani. Il mondo delle Pmi sembra poco pronto alla sfida cyber. Abbiamo presentato pochi giorni fa l’edizione 2024 del Cyber Index Pmi proprio in virtù della collaborazione dell’Agenzia con Confindustria e Generali. Da un lato, digitalizzare l’attività imprenditoriale significa conferire un vantaggio competitivo alle imprese, imprescindibile per misurarsi sullo scenario globale odierno; dall’altro, la digitalizzazione comporta necessariamente una previsione in termini di cybersicurezza, la cui mancanza rende vulnerabili non soltanto l’intero sistema aziendale ma anche la filiera di appartenenza e le filiere a essa collegate. Per questo a ogni innovazione deve corrispondere una crescita degli strumenti di tutela e della consapevolezza cyber, obiettivo principale della nostra collaborazione con Confindustria. Con l’attuazione del PNRR quanto è importante la prevenzione cyber in particolare negli Enti locali? È così importante che nella Strategia nazionale di Cybersicurezza la formazione e la promozione della cultura della sicurezza cibernetica sono considerati non singoli obiettivi ma fattori abilitanti senza i quali nessuno degli obiettivi può essere efficacemente realizzato. Insomma, non bastano solo gli investimenti. Per quanto abbondanti possano essere gli investimenti strutturali, senza una base solida di preparazione è impossibile assicurare l’obiettivo di cybersicurezza e resilienza che ci poniamo per il sistema-Paese. Gli Enti locali sono strategici. Detengono in Italia un ruolo fondamentale per l’erogazione dei servizi al cittadino e per questo saranno tra i primi beneficiari di un’azione complessiva volta a costruire un sistema Italia consapevole e preparato in modo capillare e diffuso. Cosa ne pensa del Ddl Cyber? È sicuramente uno strumento preziosissimo. Va esattamente nella direzione auspicata anche grazie a una diversa configurazione dei reati che permette strumenti investigativi specifici, indispensabili per la lotta al crimine cyber. È altrettanto vero che l’evoluzione normativa deve essere accompagnata da una profonda evoluzione culturale e da una diffusione della consapevolezza necessaria a ogni livello. Il cosiddetto fattore umano. Chi si occupa di tutelare la cybersicurezza e la resilienza di una struttura, nulla può senza la collaborazione di tutte le risorse umane che, inevitabilmente, interagiscono con la struttura stessa. Il fattore umano può contribuire ad alimentare la forza della rete di protezione del soggetto, o, al contrario, può determinare il crollo di ogni difesa e per rendere l’uomo una risorsa e non un ostacolo nella difesa cyber, è necessario investire in programmi di awareness e formazione. * Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 29 aprile 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)
Ciardi (ACN): “Più cybersicurezza per la competitività delle imprese”
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