Arriva la legge di liberalizzazione. “Stiamo preparando delle proposte di liberalizzazione” il cui “tema dominante è che dove c’è libertà e non corporativismo la crescita dovrebbe nascere da sé, dal mercato”, ha detto ieri Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust, durante un’intervista, che ha toccato anche il tema della class action in Italia. “Si tratta – ha aggiunto – di scelte coraggiose che chiederemo di fare a Governo e Parlamento”. Catricalà ha sottolineato che il documento “molto importante” che l’Antitrust sta preparando “è la legge sulla concorrenza, uno strumento che è entrato in vigore da poco e che si dovrà fare ogni anno come la legge comunitaria”. Catricalà, teme però “un effetto di declassamento della class action” se usata con troppa disinvoltura e invita le associazioni dei consumatori a sfruttare il nuovo strumento “a tutela di interessi seri, radicati e ricchi di contenuti&r dquo;, perché “la class action deve avere la sua serietà e il suo riconoscimento, ma questo dipende dagli attori, che sono le associazioni dei consumatori”. Insomma un “bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto” che tra i limiti ha l’assenza di retroattività. Tuttavia, osserva, “con il codice del consumo e con la class action l’Italia diventa uno dei paesi all’avanguardia nella tutela dei consumatori”. Perché lo strumento sia davvero efficace, comunque, Catricalà invita gli uffici giudiziari a dotarsi “al più presto possibile delle strutture necessarie nelle sezioni specializzate: deve essere un’attività in progress sia da parte delle associazioni che dei tribunali”. Tornando alle associazioni, delle quali si fida “moltissimo”, il presidente dell’Antitrust ri volge loro un appello: “Lo strumento deve essere utilizzato con grande accortezza. Soprattutto le prime azioni devono dare l’imprinting all’opinione pubblica e alla nostra magistratura di una serietà degli intenti. Quindi occorre concentrare le azioni laddove l’illecito è stato già accertato”. Quanto ai cittadini che decidono di ricorrere alla class action, Catricalà consiglia loro di rivolgersi alle associazioni, evitando azioni individuali, che “non hanno senso” e rischiano di portare a “costi maggiori rispetto ai risultati”. Alle associazioni, conclude, “consiglio di filtrare le richieste e svolgere azioni laddove la gente le richiede e laddove i consumatori si sentono lesi tutti quanti da uno stesso comportamento, perché sul piano probatorio ci sono meno difficoltà per il giudice di ottenere la prova dell’illecito”. “Tra poco” l’Antitrust pubblicherà il provvedimento finale relativo all’istruttoria sul maxi ingorgo del Passante di Mestre della scorsa estate, ha infine annunciato il presidente dell’Autorità. Quanto alle tariffe autostradali, Catricalà ha ribadito che l’aggancio all’inflazione e non all’efficienza non convince l’Antitrust. Inoltre, ha osservato, “se gli aumenti superassero l’inflazione sarebbe gravissimo”. Catricalà, infine, ha commentato i ritardi dei treni ad alta velocità, ricordando che “per la maggior parte dei casi c’è il diritto al rimborso, ma non sempre le aziende trattano questo argomento con generosità”. In questo, ha proseguito, “la class action può avere una sua funzione, se non altro di deterrenza. Tutti insieme si potrebbe costringere l’azienda a un comportamento più coerente”.
Le reazioni
Per Rosario Trefiletti l’invito che il presidente dell’Antitrust fa alle associazioni dei consumatori perché non si verifichi “un effetto di declassamento della class action” è da accogliere positivamente poiché si sovrappone perfettamente con le stesse preoccupazioni che da sempre ha Federconsumatori. Infatti sia per la delicatezza delle questioni che tale normativa dovrà affrontare, complesse e delicate, sia perché è la prima volta che nel nostro paese possono venire utilizzate determinate normative, Federconsumatori ritiene “essenziale l’esigenza di realizzare analisi ben più precise, ben più approfondite e massimamente circostanziate del contenzioso giuridico che si vuole aprire. Operare diversamente significa anche inconsapevolmente fare il gioco delle parti in causa di cu i si vogliono contrastare scorretti comportamenti. In buona sostanza, dato che si tratta di diritti vessati sui cittadini la questione che si pone non è quella di fare, bensì quella di vincere”.
Fonte: La Gazzetta degli Enti locali
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