Il Consiglio dei ministri (Cdm n. 118), su proposta del ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, ha approvato, in esame preliminare, un disegno di legge che introduce disposizioni in materia di sviluppo della carriera dirigenziale e della valutazione della performance del personale dirigenziale e non dirigenziale delle pubbliche amministrazioni.
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Ddl Carriere: il testo
Tra le varie novità introdotte dal testo, si segnala la possibilità di creare una struttura a “obiettivi” che preveda un trattamento retributivo legato alla performance, strettamente correlato, in termini percentuali, alla valutazione conseguita; ciò viene affiancato da un percorso di sviluppo della carriera improntato sul merito che introduce un’altra importante novità: l’accesso alla dirigenza di seconda fascia può avvenire, per il 30% dei posti a disposizione, per coloro che abbiano maturato almeno 5 anni di servizio nell’area dei funzionari o 2 anni nell’area dell’elevata qualificazione.
Il testo introduce, in sostanza, nuovi strumenti per migliorare la performance individuale e organizzativa delle pubbliche amministrazioni e collegare, a questo nuovo sistema di valutazione, nuove prospettive di crescita e di progressione di carriera, anche al fine di attrarre le nuove generazioni.
I pilastri della riforma
Le nuove norme seguono pertanto due linee direttrici principali:
Riforma del sistema di valutazione. Si introducono misure finalizzate a: aumentare l’efficacia e l’utilità dei sistemi per la valutazione della performance individuale dei dirigenti, ponendo al centro del processo di valutazione la leadership, quale leva abilitante per il funzionamento delle organizzazioni; promuovere il ruolo della formazione nella valutazione individuale del personale dirigenziale e non dirigenziale; superare la semplice valutazione gerarchica e unidirezionale, mediante sistemi di valutazione della performance che prevedono la progressiva partecipazione di una pluralità di soggetti, interni o esterni all’organizzazione.
Riforma dello sviluppo di carriera. Si modifica l’ordinamento del lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione, con particolare attenzione ai profili dell’accesso ai ruoli della dirigenza, sia di seconda che di prima fascia, introducendo la possibilità di accesso a tali qualifiche mediante lo “sviluppo di carriera”, secondo specifici requisiti di precedente permanenza nel ruolo e attraverso procedure trasparenti.
Le dichiarazioni del ministro Zangrillo
Con la riforma “passiamo da un approccio burocratico della valutazione e misurazione della performance a uno per obiettivi in cui contano i risultati raggiunti – commenta il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo che ieri ha incassato il via libera a Palazzo Chigi dopo lunghe trattative con l’Esecutivo e con il cuore dell’apparato pubblico centrale -. Si tratta di un passaggio fondamentale per motivare le persone e, in questo modo, offrire servizi più efficienti a cittadini e imprese”.
>> IL TESTO DELLA BOZZA DI DDL CARRIERE ENTRATA IN CDM.
>> IL COMUNICATO INTEGRALE DEL CDM n. 118.
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