Siamo in un litorale «… caratterizzato da un significativo fenomeno di ripascimento per effetto del quale si assiste al progressivo incremento della distanza tra il lungomare e la battigia e quindi della profondità complessiva della spiaggia che varia mediamente di 5-7 m. all’anno …»: insomma, se ho ben capito, qui è la spiaggia che “si mangia” il mare, e non, come di solito avviene, viceversa.
Parte di questo litorale è oggetto di una concessione demaniale marittima pluriennale, a uso turistico ricreativo, che consente di realizzare anche varie strutture a servizio dei bagnanti (chiosco-bar e altri manufatti: un bagno per disabili, due pali portabandiera, due pali ripiegabili di supporto per gli impianti audio, di sorveglianza e di illuminazione notturna, una doccia aperta a 4 getti e cinque campi regolamentari da beach volley).
Ad ogni nuova stagione balneare, la singolarità del litorale induce il titolare della concessione a “rincorrere”, con le proprie strutture, i bagnanti, per garantire loro un servizio più comodo.
E lo fa presentando ogni anno al Comune una comunicazione di avvio dei lavori, ex art. 6, comma 1, lettera e -bis ), T.U. Edilizia, per riposizionare le strutture, “inseguendo” la nuova linea di battigia, e poi rimuovendole al termine di ogni stagione.
Opere stagionali ma non troppo: considerazioni a margine della sentenza n. 724/2024
Approfondimento di Stefano Maini
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