di GIUSEPEE LATOUR (dal Sole 24 Ore) Un piano di controlli, delegato ai tecnici dei Comuni, che dovrebbe agire a valle della realizzazione dei lavori di superbonus. Per andare a smascherare quelle truffe che non sono finite nella rete delle verifiche documentali. Punta in questa direzione l’emendamento al quale, in queste ore, sta lavorando il relatore alla legge di conversione del decreto 39/2024, Giorgio Salvitti (Fdi), insieme alle altre forze di maggioranza. Molto attivo sul tema anche il presidente della commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia (Lega), che ne ha parlato più volte nel corso delle audizioni svoltesi ieri. L’ipotesi allo studio, su cui si potrebbero registrare aperture da parte dell’Economia, è di avviare un’operazione di verifiche “fisiche” in cantiere. Un’operazione che, al momento, ha pochi precedenti: l’Enea fa controlli a campione sulle asseverazioni e il ministero dell’Ambiente coordina i controlli delle istituzioni europee nell’ambito dei lavori finanziati con fondi del PNRR. Per il resto, i riscontri oggi sono soprattutto documentali. A effettuare materialmente queste verifiche potrebbero essere i tecnici comunali, insieme alla polizia municipale. Solo le amministrazioni locali, infatti, avrebbero la presenza capillare sul territorio essenziale per un’operazione del genere. Non lo farebbero gratis: le ipotesi allo studio prevedono che una percentuale delle somme recuperate affluisca direttamente nelle casse comunali, come incentivo alla collaborazione dei sindaci. Una traccia, sulla quale sono aperti ancora ragionamenti, potrebbe essere una percentuale del 30 per cento. Concretamente, i tecnici dovrebbe verificare la reale esecuzione degli interventi dichiarati. Un controllo sulle più evidenti anomalie, che potrebbe essere anche piuttosto rapido da eseguire. Un esempio che rende l’idea è l’assenza di un cappotto termico che, invece, è stato dichiarato. Per avviare questi riscontri, comunque, sarebbe fondamentale anche l’incrocio con i dati messi a disposizione dall’agenzia delle Entrate. Si tratta di un’ipotesi (quella dei maggiori controlli) sulla quale anche Antonio Piciocchi, senior partner Deloitte, si è espresso con favore in audizione, ricordando come proprio Deloitte si sia mossa in maniera innovativa sul fronte delle verifiche, ad esempio introducendo foto e video geolocalizzati nelle sue procedure. Sul decreto, Piciocchi ha invitato a «portare avanti la chiusura delle cessioni senza danni collaterali inutili». Il riferimento è, ad esempio, a tutti quei cantieri che avranno problemi collegati al provvedimento, come nel caso di chi aveva atteso il 30% dei lavori per emettere le prime fatture. Insieme a questo, il decreto potrebbe essere il veicolo «per correggere alcuni aspetti normativi o interpretativi che al momento stanno causando notevoli problemi operativi». Il pensiero va, tra gli altri, alla questione della fatturazione dei lavori trainati e di quelli a cavallo d’anno. * Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 17 aprile 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)
I Comuni casa per casa nei cantieri del Superbonus
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