Pubblica Amministrazione, piani di rientro in 30 giorni contro i ritardi di pagamento

28 Febbraio 2024
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di MANUELA PERRONE e GIANNI TROVATI (dal Sole 24 Ore)

Un nuovo pacchetto di contromisure per provare a blindare i tempi di pagamento delle fatture commerciali da parte delle Pubbliche amministrazioni, per rispettare gli otto obiettivi del Pnrr che chiedono di rispettare i termini europei (30 giorni, 60 in sanità) e cancellare i ritardi in PA centrali, Regioni, sanità ed Enti locali. Obiettivi che con la rimodulazione sono slittati dal 31 dicembre scorso al 31 marzo del 2025: grazie a un rinvio ottenuto però dall’Italia in cambio dell’impegno a mettere mano a un ricco processo di accompagnamento indirizzato alle amministrazioni ancora con il fiato corto nei pagamenti. Perché le attese eccessive alle fatture sono considerate una distorsione grave del mercato in ambito comunitario, dove l’Italia è stata deferita sul punto per la seconda volta alla Corte di giustizia Ue in una prospettiva che ora si apre al rischio concreto di sanzioni. È questa la ragione che fa tornare per l’ennesima volta anche nelle bozze del nuovo Decreto PNRR approvato lunedì dal Governo un tema ormai ricorrente nei provvedimenti sul Piano, che per esempio con il Decreto PNRR-ter ha previsto una sanzione, con il taglio del 30% della retribuzione di risultato, a carico dei dirigenti alla guida delle strutture troppo lente nella liquidazione delle fatture. Ora accanto alle sanzioni arrivano gli interventi organizzativi, che troveranno la regia in una nuova task force che sarà istituita alla Ragioneria generale dello Stato. Il suo compito è quella di spingere verso la regolarità nei ritmi di pagamento le tante amministrazioni, centrali e locali, ancora in difficoltà. I Ministeri che presentano un indicatore annuale dei pagamenti fuori linea avranno 30 giorni per mettere nero su bianco un «Piano degli interventi» anti-ritardi, figlio di un’analisi delle cause «anche di carattere organizzativo» che rallentano la strada verso la cassa. Il Piano, approvato con decreto ministeriale, andrà trasmesso alla Ragioneria generale entro il 31 marzo, e sarà oggetto di un esame in corso d’opera da parte della task force che unirà allo stesso tavolo Mef, Struttura di missione del PNRR e i ministeri interessati. La Cabina di regia del PNRR, su indicazione della task force, dovrà intervenire in caso di mancato rispetto degli obiettivi indicati dal piano di rientro. Un percorso parallelo è previsto per i Comuni con più di 60mila abitanti. Il loro «Piano degli interventi», da adottare se l’indicatore annuale dei pagamenti denuncia ritardi rispetto ai termini di legge, andrà approvato con delibera di Giunta e parere del responsabile finanziario dell’Ente (curiosamente nella bozza non sono citati i revisori dei conti) e trasmesso, sempre entro il 31 marzo, a un Tavolo tecnico che sarà istituito al Mef fra Ragioneria generale, Struttura di missione del PNRR e rappresentanti dell’ANCI «con funzioni di supporto all’istruttoria». Il Piano, fra le altre cose, dovrà prevedere «l’inserimento, nell’organizzazione comunale, di una struttura dedicata, preposta al pagamento nei termini di legge dei debiti commerciali». Anche sul punto il testo, che prevede pure il dimezzamento a 30 giorni dei tempi massimi di attesa nell’erogazione dei trasferimenti fra PA per evitare buchi di cassa, è in continua evoluzione. Le bozze che continuano a circolare del resto sono tutt’altro che definitive, e continuano a non riportare l’articolo 1 dedicato alle coperture del decreto. La norma è ancora «in verifica» e non mancano le tensioni nel Governo, soprattutto sui tagli pluriennali da 4 miliardi a partire dal 2026 sui fondi per gli investimenti nazionali e locali e sulle rimodulazioni del Piano nazionale complementare. Il confronto, nonostante l’approvazione ufficiale dell’altroieri, continua, e il testo finale difficilmente vedrà la Gazzetta Ufficiale prima della prossima settimana.

* Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 28 febbraio 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)

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