Smart working nelle P.A.

29 Aprile 2020
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La ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, è intervenuta in Commissione Affari costituzionali alla Camera spiegando le misure adottate dal suo dicastero per fare fronte all’emergenza in atto.

In premessa ha fatto presente che per la Pubblica amministrazione la cosiddetta fase 2 non implicherà una grande differenza rispetto alla fase precedente, proprio perché la Pubblica amministrazione non ha avuto un lockdown ma ha proseguito il suo lavoro in modo diverso.

Quindi si è soffermata sul lavoro agile evidenziando come sia stato lo strumento per tutelare la salute dei dipendenti pubblici e come la situazione creata dalla pandemia abbia imposto una drastica sterzata sul tema del lavoro agile nella PA, infatti in poche settimane si è arrivati ad avere circa l’85% di lavoratori in smart working. Quindi ha fatto presente che per consentire questo sono dovuti anche intervenire con delle norme per potenziare e rendere più snelle le procedure, in particolare di acquisto di beni e servizi digitali sia tramite Consip che tramite l’acquisto diretto da parte dell’amministrazione.

La Ministra ha poi affermato di ritenere che lo smart working rappresenta una possibilità di organizzazione ottima del lavoro e della vita del personale, non solo per le pubbliche amministrazioni ma anche di tutto il paese. Quindi per il futuro l’idea è di arrivare a mantenere questa modalità di lavoro nella misura stabile del 30%, e per tale ragione si vuole avviare il monitoraggio a regime del lavoro agile, con una consultazione specifica che raccolga anche le esperienze dirette dei lavoratori, per riuscire a condividere le buone pratiche e capire dove le procedure sono andata a buon fine.

Ha proseguito evidenziando che il lavoro agile non comporta soltanto una rivoluzione in termini organizzativi, ma anche in termini operativi e logistici. Infatti, con questa nuova modalità di lavoro sono stati ridotti notevolmente gli spostamenti, con un decongestionamento del traffico. Si è quindi avuto una riduzione dell’impatto ambientale notevole. Anche per tale ragione ritiene che lo smart working andrebbe implementato anche in una fase successiva. “Ovviamente si tratta di una modalità di lavoro basata su un nuovo rapporto fiduciario che ci deve essere tra il dirigente e il personale non dirigenziale, nel quale la dirigenza deve avere la capacità di dimostrare di essere in grado di pianificare e di controllare tramite una valutazione della produzione del risultato”, ha infine aggiunto la Ministra.

Ha ricordato che, tra gli di strumenti messi a disposizione delle pubbliche amministrazioni nel Decreto Cura Italia, è stata inserita una norma per consentire alle singole amministrazioni di acquistare, con una procedura molto snella, la connettività, i beni e servizi, senza previa pubblicazione del bando di gara e selezionando affidatari tra almeno 4 operatori economici di cui uno sia una startup o PMI innovativa. Inoltre, è stata prevista la possibilità per gli operatori delle telecomunicazioni di potenziare tempestivamente la qualità delle reti, sempre sotto la vigilanza della AGCOM. 

 

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