Con un contributo minimo di 5.000 euro che può arrivare, nel caso delle farmacie con basso fatturato, fino a 12.500 euro.Risorse e criteri di assegnazione sono stati illustrati in Commissione assembleare dall’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, in vista dell’adozione della delibera da parte della Giunta.
Il sostegno alle farmacie rurali
Si tratta di un sostegno finanziario attivo dal 2017, in seguito all’approvazione di una specifica legge regionale (n. 2/2016) grazie alla quale le farmacie rurali a minor fatturato dell’Emilia-Romagna hanno potuto beneficiare di contributi economici (400mila euro complessivi l’anno) graduati in base al proprio volume d’affari: nel 2017 sono state 21 le farmacie sostenute, più che raddoppiate – 46 – nel 2018.Risorse che hanno permesso di garantire la permanenza di queste strutture sul territorio, come testimonia il fatto che dal 2015 ad oggi soltanto una farmacia è stata chiusa, con successiva apertura nella medesima località di un dispensario farmaceutico.
La Farmacia dei servizi
Ed è proprio sul modello della Farmacia dei servizi richiamato dall’assessore Venturi che la Regione Emilia-Romagna, tra le prime in Italia, ha deciso di puntare per il futuro, grazie all’Intesa recentemente raggiunta con le Associazioni di categoria delle farmacie pubbliche e private convenzionate.Un accordo – ha ricordato l’assessore – che prevede più prestazioni dirette per il cittadino, progetti mirati per i pazienti con patologie croniche, nuove modalità di erogazione dei farmaci, anche attraverso l’identificazione di farmacie di fiducia e la consegna a domicilio ai pazienti più fragili, nuovi servizi come la possibilità di aprire direttamente in farmacia il Fascicolo sanitario elettronico e di ritirare i referti di visite ed esami.
Cosa sono le farmacie rurali
Le farmacie rurali si trovano in comuni, frazioni o centri abitati “con popolazione non superiore a 5.000 abitanti”.
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