Secondo il consolidato orientamento della Giurisprudenza della Suprema Corte, la legittimazione all’esercizio dell’azione prevista dall’art. 33 (ovvero l’azione di nullità e di risarcimento del danno) della L. n. 287 del 1990, recante le Norme per la tutela della concorrenza e del mercato, compete non solo agli imprenditori, ma anche al consumatore, che è l’acquirente finale del prodotto offerto dal mercato e che di fronte ad un’intesa restrittiva della concorrenza vede eluso il suo diritto di scelta tra prodotti in concorrenza. Di conseguenza, poiché la violazione di interessi riconosciuti rilevanti dall’orientamento integra, almeno potenziamele, il danno ingiusto ex art. 2043 c.c. il consumatore finale, che subisce danno da una contrattazione che non ammette alternative per effetto di una collusione “a monte” tra gli operatori del settore ancorché non sia partecipe di un rapporto di conoscenza con gli autori della collusione, ha a propria disposizione l’azione di accertamento della nullità dell’intesa e del risarcimento del danno di cui all’art. 33, 2° comma, della legge sopra citata.
>> Corte d’Appello sez. III, 14 aprile 2008
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